Sapevate che a Milano sgorgava una sorgente di acqua purissima?
Per conoscere i dettagli di questa storia antichissima dobbiamo fare un passo indietro: siamo nel Cinquecento, lungo la via Comacina fuori dalle mura cittadine. Qui sorge un luogo di cura e pellegrinaggio, grazie alle proprietà benefiche di quest’acqua miracolosa: siamo al Santuario di Santa Maria alla Fontana.
Secondo la tradizione fu la guarigione di Charles D’Ambrose – governatore francese di Milano – a dare avvio alla costruzione del santuario. La sua prima pietra, come ricorda una lapide in loco, venne posata il 29 settembre 1507 alla sua presenza.
Oltre alla devozione mariana, in poco tempo la sorgente divenne anche un importante luogo di assistenza e cura, simile alla Ca’ Granda. Nonostante le molte trasformazioni del Santuario, il primo nucleo si conserva ancora oggi in tutta la sua bellezza: una cappella quadrata con volta ribassata a 12 spicchi riccamente affrescata, dove è collocata l’antica pietra medioevale dalla quale sgorgano undici zampilli. Gli splendidi chiostri progettati dall’architetto rinascimentale Giovanni Antonio Amedeo incantano oggi come allora i visitatori di ogni luogo e provenienza.
Con la conquista napoleonica di Milano nel 1797 la vita del Santuario subì una brusca interruzione. Il nuovo regnante se ne appropriò e nel 1806 Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone e Viceré d’Italia, trasformò parte del Santuario in una fonderia di bronzo, la Fonderia Eugenia. Sotto la direzione della famiglia Manfredini, la fonderia si specializzò nella creazione di piccoli oggetti e grandi statue, come la sestiga – colossale gruppo scultoreo in bronzo – che svetta ancora oggi in cima all’Arco della Pace.
A metà Ottocento la fonderia venne acquistata dalla famiglia Barigozzi e la produzione si spostò su campane e fusioni artistiche di notevoli dimensioni, tra cui la monumentale statua di Vittorio Emanuele II situata al centro di piazza Duomo (1896), le campane per il Campanile di Giotto a Firenze (1966) o il portale maggiore del Duomo, Opera di Ludovico Pogliaghi.
La famiglia Barigozzi continua tutt’ora a possedere la fonderia, facendosi custode di una storia milanese che attraversa i secoli. L’attività fondiaria fu sospesa nel 1975 e oggi alcuni suoi spazi ospitano uffici e coworking, oltre al Museo Barigozzi, che restituisce con cura e attenzione i racconti di un passato glorioso. Nella monumentale Sala Forni sono custoditi forni e attrezzature, mentre nella Sala Paradiso si conservano centinaia di formelle in gesso, un tempo usate per le decorazioni in bronzo delle campane. Visitare questo luogo è come fare un viaggio nel tempo.
Ma le sorprese non finiscono qui: il complesso di Santa Maria alla Fontana cela un’altra perla nascosta. Affacciato sui chiostri cinquecenteschi del Santuario prende vita un centro di produzione teatrale gestito da Elsinor, il Teatro Fontana. Qui si mettono in scena spettacoli di ogni genere e per diverse tipologie di pubblico. Quello che un tempo era un cine-teatro parrocchiale in disuso oggi è a tutti gli effetti il teatro di quartiere, punto di riferimento culturale di Isola e vivace laboratorio di idee.
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