Isola sorge alla fine del XIX secolo come quartiere dalla forte identità popolare. La classe operaia e quella artigiana convivono con la piccola borghesia cittadina in un agglomerato urbano tranquillo, quasi ritirato rispetto al resto della città e per questo ricco di bar, associazioni e laboratori, proprio come un paese di provincia.
Tra gli edifici la prevalenza è quella delle case di ringhiera, con facciate disadorne e grandi cortili interni, vere anime di questo tipo di complesso. Proprio dalle corti interne hanno inizio le scale, che danno accesso alle unità abitative attraverso lunghe balconate con ringhiera, da cui prendono appunto il nome. Via Pastrengo e via Borsieri sono i luoghi perfetti in cui trovare queste antiche tipologie di edificato, storicamente sovrappopolate e abitate dalla classe operaia immigrata in città per lavoro.
La piccola borghesia alloggiava invece in eleganti palazzotti liberty dall’allure parigino: in via Borsieri si trova uno dei migliori esempi di neo-barocco della città, in Porro Lambertenghi un edificio di reminiscenza francese dalle mensole a forma leonina e in Piazza Carlo Archinto sorge invece l’edificio liberty più noto della zona, caratterizzato da ghirlande fiorite e sinuose figure femminili.
Ad Isola si trova anche Casa Comolli-Rustici, uno dei migliori esempi del razionalismo italiano, firmato Lingeri Terragni. L’edificio è illusoriamente composto da due corpi di fabbrica collegati tra loro da balconi sospesi.
A proposito di architettura isolana, non si può non menzionare il progetto di Porta Nuova, che dal 2005 è stato in grado di ricucire il vasto cratere delle Varesine e collegare Isola a Milano che, fino ad allora, finiva in corso Como. Con i suoi 300 metri quadri di uffici e residenze affacciati su un grande parco sempre aperto, il complesso di nuove costruzioni ha avuto un forte impatto sul borgo isolano. Dalle vecchie case di ringhiera ad un look completamente nuovo, fatto di contaminazioni stilistiche e nuove tendenze, che attirano un pubblico sempre più giovane e alla moda.
Oggi le curve scintillanti dei grattacieli convivono con i vecchi edifici operai, in un dialogo pacifico mediato dalla verde collina della Biblioteca degli Alberi.
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