Il quartiere prende il nome da un’antica cascina demolita nel 1920, Cascina Maggiolina, che sorgeva in prossimità del Seveso prima che questo venisse coperto nei dintorni dell’attuale via della Maggiolina.
In zona, lontane del centro cittadino e site in aperta campagna, erano presenti diverse cascine, che tuttavia non sono sopravvissute all’evoluzione urbanistica di Milano. Fa eccezione un piccolo angolo dal sapore antico che resiste con orgoglio sorprendendo i passanti.
Si tratta del crocevia di Cascina delle Abbadesse, famosa in dialetto milanese come “Cassin Baess”, dove si trovano la vecchia cascina e la chiesetta dei Santi Carlo e Vitale, a testimonianza di un nucleo rurale rimasto tale fino a inizio Novecento.
La prima menzione dell’antica “Cassin Baess” è in un documento medievale che svela come la sua storia sia strettamente legata a quella di un convento agostiniano adiacente. Le terre su cui sorgevano le cascine a uso agricolo erano proprietà del convento e note come “Terre delle Abbadesse”, da cui l’origine del nome. La zona doveva essere molto frequentata se, ai tempi della Controriforma, venne eretta una colonnina sormontata da una croce come si era soliti fare nei luoghi di grande transito per la celebrazione di liturgie.
A inizio Settecento, sotto il patronato della Contessa Mariani, alla Croce delle Abbadesse si aggiunse una cappella dedicata ai santi Vitale e Carlo Borromeo, completata poi con l’attigua canonica. Sopravvissuta agli stravolgimenti politici e oggi vincolata dalla Soprintendenza, la chiesetta ospita ancora la celebrazione della messa alla domenica e stupisce con i suoi suggestivi affreschi settecenteschi.
Fortunatamente anche Cascina Abbadesse è sopravvissuta. A inizio Novecento era adibita a residenza con alloggi a ringhiera, abitati da numerose famiglie. Oggi è di proprietà privata e viene adibita principalmente a bed & breakfast.
È proprio qui, in questo crocevia antico, testimone di mille storie, che per un attimo non sembra di essere a Milano.
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