La sartoria del Teatro Franco Parenti

 

Seduti a teatro, è normale concentrarsi sui gesti e le parole degli attori, su canti, balli, tragedie e commedie. Meno spesso ci si chiede invece chi abbia disegnato gli abiti di scena e dove li abbia realizzati.

 

Se si tratta del Teatro Franco Parenti, quella persona è Simona Dondoni.

ll teatro all’inizio si chiamava Salone Pier Lombardo, fondato nel 1972 da Andrée Ruth Shammah e un gruppo di intellettuali dell’epoca, tra cui proprio Franco Parenti. Quello che lo rende particolare è avere una sartoria interna dove vengono realizzati e conservati gli abiti delle tante produzioni teatrali.

Se si riesce a uscire da quel vero e proprio labirinto che sono gli stretti corridoi al di sotto del teatro, ricchi di cimeli di scena, ci si trova in uno spazio composto da due ambienti: il luogo dove quegli abiti prendono forma dalle mani di Simona Dondoni, la sarta del Parenti.

ll teatro all’inizio si chiamava Salone Pier Lombardo, fondato nel 1972 da Andrée Ruth Shammah e un gruppo di intellettuali dell’epoca, tra cui proprio Franco Parenti. Quello che lo rende particolare è avere una sartoria interna dove vengono realizzati e conservati gli abiti delle tante produzioni teatrali.

Se si riesce a uscire da quel vero e proprio labirinto che sono gli stretti corridoi al di sotto del teatro, ricchi di cimeli di scena, ci si trova in uno spazio composto da due ambienti: il luogo dove quegli abiti prendono forma dalle mani di Simona Dondoni, la sarta del Parenti.

Simona Dondoni, la sarta costumista del Teatro Parenti

 

Per Simona essere sarta e costumista teatrale è il prodotto di competenze e affetti. Il mestiere le è stato insegnato dalla nonna, che aveva ricoperto il suo stesso ruolo proprio nello stesso teatro. L’arte del cucire è quello che la nipote ha appreso nei laboratori sartoriali del Franco Parenti, spendendo molto tempo con la nonna per via della scomparsa prematura della madre.

Il Teatro è diventato così la sua famiglia e oggi è lei a realizzare i capi disegnati dalla costumista. Ognuno viene conservato con cura, anche perché spesso vengono ripresi, trasformati e adattati alle nuove esigenze di scena. È Simona stessa a raccontare che la creatività non basta: serve praticità e flessibilità, dovendo mediare tra tutte le figure attive in una produzione. A volte, si realizzano dei veri e propri miracoli.

 

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