In una città dove correre sembra la norma, le botteghe e i negozi di artigianato riportano a un passato dove lo scorrere del tempo era più lento. In questi posti si celebra il saper fare artigiano, quello che le nonne milanesi chiamano semplicemente “mestee”.
A Porta Romana, in Viale Sabotino, si trova la Cartoleria Boati. È lì dal 1942, portata avanti sempre dalla stessa famiglia, con interni nuovi ma riuscendo a conservare un sapore antico che le è valsa la selezione tra le 12 botteghe storiche cittadine del progetto “Autentica” di Dolce & Gabbana, dedicato a chi Milano contribuisce a mantenerla tale.
Tra le 12 citate c’è anche Pasticceria Sommariva, in via Crema. La sua storia inizia più di un secolo fa, quando Gina Grandi apre la pasticceria che cederà nel 1976 a Giorgio Sommariva. Se si ha voglia di un amaretto morbido, basti sapere che si tratta del fiore all’occhiello della pasticceria: un’autentica ricetta di famiglia.
Via Orti rimane protagonista della storia artigianale di Milano anche grazie a tre realtà di spicco.
I “mondeghili”, le famose polpette milanesi nate come piatto povero, sono solo alcune delle sfiziosità che si possono trovare alla Salumeria Drogheria Cassani, la prima di queste realtà. L’attività nasce come piccolo negozio dello stesso angolo di Milano nel 1898 grazie a Leonilde, nonna di Ercole Cassani, ma è nel 1981 che si sposta qualche metro più in là nel luogo dove ancora oggi Ercole accoglie ogni cliente in dialetto milanese, assieme al figlio Paolo.
A proposito del dialetto locale, la Bottega del Bagatt (la bottega del calzolaio) è la seconda realtà artigianale di spicco. Il solo nome fa pensare a qualche esercizio commerciale centenario come quello dei Cassani, invece si tratta dei giovani Maria ed Enrique, di origini cilene. Ma quindi perché questo nome? Tutto parte dal bisnonno di Maria, un calzolaio portoghese emigrato in Cile, dove riesce a tramandare il mestiere al nonno della ragazza e alla generazione dopo. Sarà infatti il padre di Maria, calzolaio anche lui, a trasferirsi a Milano circa 70 anni fa. Lei e Enrique imparano il mestiere a loro volta e aprono la loro bottega che conta però di fatto solo 8 anni di attività. Dove hanno scelto di aprirla? Proprio in Via Orti, per la sua atmosfera da paese, omaggiando la città che li ha accettati con il nome della bottega.
Porta Romana è anche arte: la terza realtà artigianale della zona è infatti quella di Marco Fanchiotti, restauratore formatosi all’Accademia di Restauro. A Marco non bastava rimettere a nuovo mobili e oggetti dei vicini, così decide di seguire il corso di una decoratrice di Via Orti. Proprio da lei scopre di potere acquistare uno spazio lì, già utilizzato da un altro restauratore. Così, dal 2002 non ha mai smesso di lavorare, tanta è l’attenzione del quartiere per l’arte.
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